Astrojukebox
Il suono che stai ascoltando è la sonificazione di un’immagine del Bullet Cluster, la cui luce ha impiegato 3,8 miliardi di anni per raggiungere i nostri telescopi.
Il Bullet Cluster si è formato dalla collisione tra due ammassi più piccoli. Durante questa collisione, il plasma caldissimo che pervade lo spazio tra le galassie e che si può osservare nei raggi X è stato strappato via dall’interazione con l’invisibile materia oscura.
Il suono è stato creato scansionando l’immagine verticalmente, da sinistra a destra.
A ciascuna componente è stato associato un tono diverso: la materia oscura corrisponde a toni più bassi, le galassie a toni intermedi e il plasma a toni più alti.
All’interno di ciascun livello, il tono aumenta dall’alto verso il basso dell’immagine (le sorgenti più in alto corrispondono a toni più alti).
Crediti: NASA/CXC/SAO/K. Arcand, SYSTEM Sounds (M. Russo, A. Santaguida)

Il suono che stai ascoltando è la sonificazione delle osservazioni di circa ottomila galassie lontane, realizzate con il Very Large Telescope dell’ESO in Cile nell’ambito del progetto z-COSMOS.
Queste galassie si trovano a distanza crescenti, andando a ritroso nel tempo fino a circa 7,6 miliardi di anni fa.
Ogni suono rappresenta una galassia. I suoni gravi rappresentano galassie con una grande massa, i suoni acuti galassie con una piccola massa. I suoni brevi rappresentano galassie vecchie e i suoni lunghi galassie giovani. I suoni lievi rappresentano galassie poco luminose e i suoni intensi galassie molto luminose.
I suoni che si sentono all’inizio si riferiscono a galassie a noi vicine, mentre i suoni che si sentono più avanti si riferiscono a galassie sempre più lontane, appartenenti al passato remoto dell’universo.
Oltre ai suoni di ogni galassia, vi è un ambientazione di sottofondo, che si evolve ricalcando l’andamento statistico delle caratteristiche di tutte le galassie di un dato istante, e che si fa sempre più rumoroso, a significare la crescente incertezza nell’osservazione di galassie sempre più lontane. Il limite estremo di questo viaggio viene raggiunto quando si ascolta soltanto il rumore di fondo.
Crediti: zCOSMOS Survey (ESO/VLT/VIMOS); S. Bardelli (INAF), C. Ferretti (sound artist), M. Rinaldi (sound artist), G. Presti (sound artist – Laboratorio di Informatica Musicale dell’Università degli Studi di Milano)

Il suono che stai ascoltando è una sonificazione della radiazione cosmica di fondo, la luce più antica nella storia dell’Universo, generata circa 13,7 miliardi di anni fa.
La radiazione cosmica di fondo contiene piccolissime fluttuazioni di temperatura, che riflettono minuscole increspature nella densità della materia nell’universo primordiale: questo suono è stato ottenuto trasformando le fluttuazioni di temperatura osservate nelle microonde in suoni udibili dall’orecchio umano.
Il tono indica la scala nel cielo su cui vengono misurate diverse fluttuazioni di temperatura (scale più grandi corrispondono a suoni più gravi, scale più piccole a suoni più acuti) mentre il volume indica quanto spesso le fluttuazioni si presentano sulle varie scale.
Le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo dipendono da una serie di “parametri cosmologici”, in particolare dalla quantità relativa delle tre principali componenti dell’Universo: la materia ordinaria, la materia oscura e l’energia oscura.
Questa sonificazione mostra come, al variare di questi tre parametri, si ottenga una diversa distribuzione delle fluttuazioni e quindi un suono differente.
Crediti: J. van der Veen (CMB Power Spectrum Models); R. McGee (Sonification)
